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gione. Ora, se io non parlo, un giorno o l’altro Iddio mi punirà. Il manso di Croceferrea non è tuo, conte Anselmo. Esso appartiene alla Chiesa.
— Alla Chiesa! — esclamò il conte. — Ben so di queste pretese. Ma non so che ci sia una carta, per dimostrarlo.
— C’è la memoria dei vecchi; — riprese Dodonc. — I miei mi han sempre detto che questo manso doveva essere della Curia.
— Ebbene, sia pure, ammettiamolo per un istante; — disse il conte. — Di qual Curia? d’Alba, o di Savona? Le due parti contendenti non sanno mettersi d’accordo su ciò. E vuoi tu che io riconosca un dritto, il quale non riesce nemmeno a trovare il suo fondamento nella concordia delle testimonianze orali? A giudicarne dalle apparenze, questa terra, se non è mia, dovrebb’essere piuttosto dei padri tuoi, che l’hanno coltivata e messa a frutto.
— Eh, così fosse! — gridò il vecchio Dodone. — Ma così non è, perchè altrimenti i miei padri lo avrebbero detto. Essi invece