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E continuava, leggendo le pagine del sacramentario; allorquando si udì un grido che veniva dall’aia.

— Che è ciò? — chiese il canonico Ansperto, che stava dietro a Luitprando.

— Sono fuggiti! — dissero alcune voci dalla camera attigua. — Son fuggiti i demonii! Li han veduti, quelli di fuori! Li vedono ancora. Sono uno sciame infinito, come di cavallette; e vanno ad ali distese, laggiù verso tramontana. —

Queste le notizie che giungevano, portate di bocca in bocca. Molti escirono per vedere anch’ essi; ma già, o perchè i sinistri volatori fossero già troppo lontani, o perchè li nascondesse all’occhio la massa nera dei monti sopra Cengio, non fu più dato di scorgerli. Ma bene affermavano, sacramentavano di averli veduti coloro che erano rimasti sull’aia, non potendo penetrar nella casa. Primo avevano veduto fuggire un gran cavaliere dalla berretta rossa, sormontata da due penne di gallo, e con un rosso mantello svolazzante dagli omeri. Inforcava un cavallo alato, con una lunga criniera d’aspidi dardeggianti le teste