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di Getruda, singhiozzava, chiamandola a nome. Ma Getruda non rispose alle grida di Marbaudo; Getruda era morta, e la sua testa, sollevata un istante sulle braccia del giovane, ricadde inerte sull’origliere.

Dodone guardava attorno istupidito.

— Che è ciò? — diceva egli. — Perchè siete entrati qua, nella camera di Getruda? Mia figlia dorme; mia figlia ha troppo vegliato. Lasciatela dormire. —

E rideva, così dicendo; ma poi, tutto ad un tratto, diede in uno scoppio di pianto.

Alcuni pietosi cercarono di condurlo fuori. Resisteva egli; ma il numero e la forza delle braccia vinsero la sua resistenza.

— Sentite? — gridò uno degli astanti.

— Che cosa? — domandarono gli altri.

— Un riso nell’aria.... là, dal capezzale!

— È lui; è lo spirito maligno; è il principe delle tenebre che ride. —

Un senso di terrore invase gli animi. Tutti sentirono il riso beffardo dello spirito infernale; tutti, istintivamente ritirandosi dal letto, fecero il segno della croce.