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cessità finalmente, di tenersi stretti insieme tra abitanti di un medesimo borgo, all’ombra sinistra ed uggiosa, ma pur sempre custoditrice, di un castello padronale.

Così vivevano, e male, faticando assai, pagando a parecchi, temendo di pagare ogni anno di più, e a maggior numero di potenti. Non avevano che una speranza, per allora, e la esprimevano tra due sospiri, in una frase malinconica:

— Finirà il mondo, se Dio vuole, ed esciremo di guai.

Non vi ho detto, e vi dico ora, che correva l’anno 990, e ne mancavano ancora dieci al compimento della profezia.

Veramente non si dovrebbe dir profezia, ma piuttosto interpretazione troppo letterale del ventesimo capitolo dell’Apocalisse, dove l’apostolo Giovanni vide dopo mill’anni essere sciolto Satana dalle sue catene, libero di sedurre da capo le genti, per esser poi cacciato egli stesso nel fuoco, da cui le genti illuse e corrotte dovevano essere divorate. Quel passo apocalittico, rispondente a certe tradizioni