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pre timidamente comprovati, di decime, di pedaggi, di prestazioni forzate, sui dominii che il conte Aleramo aveva lasciato al terzogenito Anselmo.

La vita pei contadini era molto dura, a quei tempi. Non erano veramente schiavi per diritto di conquista, come sotto il dominio dei Longobardi; ma erano di fatto servi della gleba, poichè sulla terra vivevano, senza potersi muovere da quella; tanti erano gli obblighi loro verso il padrone, anzi peggio, verso parecchi padroni ad un tempo; come a dire il feudatario, il gastaldo, il vescovo, il monastero. Sovra tutti costoro era un padrone più forte, l’imperatore; poco disposto a favorirli, a proteggerli, quando era lontano; dispostissimo ad angariarli, quando per disgrazia loro veniva a passare sul territorio. Aggiungete il difetto di comunicazioni tra regione e regione, poichè le strade romane erano state distrutte, per custodirsi da barbari settentrionali o da pirati del mezzogiorno; la poca sicurezza dei luoghi, infestati da bande di malfattori; la diffidenza cresciuta tra popolo e popolo; la ne-