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un povero peccatore, agitato da tutte le passioni della misera creta umana. Che cosa avrebbe potuto fare? Che cosa tentare? La buona ispirazione gli venne, quando Legio gli ebbe intimato di levarsi di là, se pur gli era cara la vita. A lui non era punto cara la vita; ma gli premeva di salvare Getruda, anche ingrata e sconoscente, com’ella si era dimostrata con lui.
Seguendo la buona ispirazione, Marbaudo aveva obbedito al comando di Legio; si era levato di là; ma non per ritornare, pauroso, sconfitto, alla casa degli Arimanni. Davanti alla chiesuola di San Donato non era gran tratto di sentiero per giungere infine al greto della Bormida. Marbaudosi avviò prontamente a quella volta, come se volesse prendere quella strada e fare il giro più largo, ma tanto più sicuro, per ritornarsene a casa sua. Appena si ritrovò egli al riparo tra i salici e gli ontani che imboscavano la riva del fiume, volse rapidamente a tramontana, e fece a volo il miglio di strada che separava la chiesuola di San Donato dalle porte di Cairo.