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tu venga improvviso, da così lontana regione, principe e falciatore, a far atto di autorità nei miei dominii, col tuo fasto e con le tue montagne di luce.

- Ah, tu non intendi? — replicò l’altro, ghignando. — Non ti meravigliare della tua ignoranza. Neanche il povero Marbaudo, innamorato della bella Ingetruda e gradito come genero dal vecchio Dodone, intendeva perchè gli si dovesse insidiare la sua pacifica conquista. Aldione, credeva di poter condurre in moglie una figlia d’aldioni, senza che castellani e conti ci mettessero ostacolo. Pure, la cosa è avvenuta, e non gli fu data altra ragione che la volontà dei potenti. Neanche il castellano Rainerio, che aveva ordita la trama, invaghito com’era dalla bella Ingetruda, intendeva stamane, vedendoti passare con la tua numerosa cavalcata, come tu potessi rapirgli il frutto dei suoi sottili artifizi. Ci sono dunque, come tu vedi, o conte Anselmo, ci sono degli altri che non intendono. Chetati, in tua mal’ora, e va a tener compagnia a quei due ignoranti. E poi, senti: sei tu un