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— Per l’appunto, o Scarronc. E la cosa ti par meravigliosa, per un falciatore, non è egli vero? Ma sarà sempre meno maraviglioso essere lo zio di Ottone III, che non Lucifero in persona, come dianzi credevi. Ma eccoci al manso di Croceferrea, se non prendo una cantonata.... per un’altra; e qui tu devi dar flato alla tua tromba solenne, per annunziare la mia vittoria, ed anzi tutto la mia persona. Eccoti qua; leggi i miei titoli. —

Così dicendo, Legio porgeva a Scarrone un rotoletto di pergamena. Il banditore lo svolse e lesse i titoli che quell’altro accennava, ma guardando ad ogni tanto il personaggio eminentissimo che si era celato fino allora sotto l’oscuro nome di Legio.

Era molto confuso, il povero Scarrone; era molto maravigliato; ma non aveva più la paura di prima. Doveva annunziare un pezzo grosso, uno dei più grossi che fossero al mondo; ma non aveva, la Dio mercè, da fare col diavolo.