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Capitolo I.
In cui si ragiona d’uomini, tempi e costumi d’avanti il Mille.
Siamo al tempo dei figliuoli di Aleramo; di quel celebre Aleramo, che non fu punto favoloso, ma intorno a cui sono spacciate tanto favole, dopo ciò che ne scrisse frate Jacopo d’Acqui, nel 1334, cioè a dire tre secoli e mezzo dopo la morte di lui. Forse il buon frate, ingannato da qualche somiglianza di nomi, o dal fatto che veramente Aleramo avesse sposata una figliuola di Ottone I, la qual cosa dovette parergli maravigliosa senz’altro, reputò necessario di regalare ai marchesi Aleramici un’origine simile a quella dei conti della Mirandola.