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di averne fatti. Mi sarò espresso male. Ciò avviene qualche volta, quando si ha lo spirito oppresso da qualche grave pensiero.. Vinca chi può; io non ci ho che vedere.
— Sì, — replicò lo scabino, — vinca chi può. Ma se questo nuovo venuto vincesse per virtù di un sortilegio?
— Un sortilegio! — gridò rabbrividendo Rainero. — Come può esser ciò? Temete anche voi di qualche brutta cosa?
— Eh, sì; anche noi. Quel giunger così tardi, e con tanta sicurezza del fatto suo.... quel tronco di salcio che gli cresce appena tagliato!... Ci ha detto che il legno fresco fa così; ed ha avuto aria di canzonarci. Qui sotto c’è una malìa.
— Avete ragione.... forse.... — balbettò il castellano. — Ma che fareste voi? che consigliereste?
— Per me, consiglierei, se questo Legio vince la gara, di rimettere la decisione al conte Anselmo. Che cosa ne dice il mio compagno?
— La penso ancor io in questo modo; — rispose l’altro scabino. — Non ci sarebbe