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anche discacciato il pensiero. Con qual ragione lo spirito delle tenebre si sarebbe posto in gara egli stesso? Partecipava egli forse alle passioni e alle altre debolezze degli uomini? Era più naturale il pensare che per virtù, di scongiuri una creatura mortale avesse ottenuto il patrocinio del maligno.
E un’altra cosa avrebbe creduta volentieri il castellano Rainerio; che quanto gli accadeva da parecchi dì non fosse altro che il brutto sogno di una cattiva notte. Ah, come si sarebbe volentieri destato, per ridere dei suoi terrori d’allora!
Ma intanto, sotto il peso di quei terrori, il fosco castellano, sbigottito, perduto dell’animo, andò a sedersi sul muricciuolo che chiudeva il sagrato della chiesa, e stette là, inerte, aspettando.
Ritornarono gii scabini, e uno di loro gli disse:
— Strano uomo, quel Legio! Sai tu di qual paese egli sia! —
Rainerio lo guardò, istupidito, e non rispose. Non aveva neanche intesa la domanda.