Pagina:Barrili - Il prato maledetto, Treves, 1896.djvu/266


— 260 —


— Chi lo dice?

— Io, e gli scabini che mi assistono.

— Sentiremo anche l’opinione degli scabini; — disse Legio. — Ma si può sapere perchè non avrei più il diritto di entrare in gara, dopo aver fatto iscrivere il mio nome?

— Perchè la gara incominciava ad una stessa ora per tutti. Questo era il patto; e ai patti....

— Lo so, — interruppe Legio; — lo so; ai patti ci sta anche il diavolo. Ma io non intendo di mutarli; io intendo di mettermi a lavoro, mentre gli altri lavorano, e voglio che mi si computi la mia giornata come se l’avessi incominciata con gli altri. Trattandosi di una gara a far presto, il ritardo dell’arrivo è tutto a mio danno. Io non mi lagno neanche di certo modo di lavorare che ho veduto dianzi.... Debbo io dir tutto?

— Entra in gara come vuoi, — disse Rainerio, confuso. — Se gli scabini permettono, io non dico di no.

— Permetteranno, vedrai, permetteranno. Non è egli vero, clarissimi viri? Voi dovete