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o la berretta a sghimbescio sul capo, sormontata da due penne di gallo.
Zufolava, il nuovo personaggio; e quello zufolo acuto e monotono diede sui nervi al castellano Rainerio, che subito riconobbe il falciatore di cui non aspettava già più la venuta.
Bisognava fare buon viso alla mala ventura.
E il castellano corrugò le ciglia, ingrossò anche la voce, per dire al nuovo arrivato:
— Ah, sei qua, tu?
— Son qua, io; — rispose Legio, beffardo.
— Non sei buon levatore; — soggiunse Rainerio.
— Che! — replicò quell’altro. — Figurati che dormo appena da un occhio. Ma questa mattina ci ho avuto parecchie faccende da sbrigare. E di queste, sebbene m’abbiano condotto un po’ per le lunghe, non sono affatto scontento.
— Questa, per altro, ti va male; — ripigliò il castellano. — Venuto così lardi, non puoi essere ammesso alla gara.