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Signora di Merana, o di qual altro castello ti piaccia diventare l’ospite adorata, il mio fuoco è intenso; speriamolo eterno; e non badiamo al futuro.

— Son figlia d’aldioni; — disse Getruda; — e tu mi vuoi signora di castella. Come sarà possibile ciò?

— La tua bellezza ti assicura ogni privilegio più grande; — rispose Anselmo. — Fredegonda, che tu hai ricordata poc’anzi, era assai meno di te, non pure per bellezza, ma ancora per condizione. Figlia di servi, divenne regina, e regnò molt’anni dopo il marito sul reame di Neustria. Ah, perchè non posso io offrirti un trono, Ingetruda? Tu ne saresti degna, per questa tua forma divina. Come hai potuto nascere così bella in questo umile luogo? Certamente, in quella stessa guisa che nasce un fiore meraviglioso nel prato, in mezzo a cento erbe selvatiche. Un felicissimo germe, portato dai venti e deposto colà da un provvido caso, ha operato il prodigio. —

Getruda aveva chiusi gli occhi e rimaneva