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dioni. Sarebbe stata confermata per tal modo la sua dolorosa sentenza; la bianca e superba Getruda avrebbe dovuto consumare su quel colle solitario la sua gioventù, sfiorire, nascondendo la sua bellezza, dopo averla concessa a tale che non fosse capace d’intenderla, nè disposto a farla risplendere, ma piuttosto a distruggerla, nelle cure di quella triste fra tutte le maternità, che condanna altre vite a proseguire una tradizione di servitù e di miseria.

E quella bellezza sua piaceva tanto a Marbaudo! Gran mercè, che un tant’uomo l’avesse notata e prescelta! Ma chi era costui, finalmente? Forse da più di tutti quei contadini, che apparivano gentili a stento nella breve stagione degli amori, per ridiventare di punto in bianco i villanzoni di prima, quando la donna prescelta sospirata varcava la soglia della nuova casa, dove le era necessario, vivere modesta e male in arnese, allattar figli, invecchiare e morire? Se almeno, come aveva detto di amarla, così avesse potuto impalmarla Rainerio!...

Il castellano era perdutamente invaghito di