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sere il sommo di ogni ambizione. E non era un dappoco; e nessuno lo vinceva nella amabilità del discorso. Il castellano Rainerio doveva tremare, vedendo il conte Anselmo avviarsi al podere di Croceferrea. E ben più avrebbe egli tremato, se avesse indovinato che Dodone non era in casa quel giorno.

Il vecchio aldione, offeso da quel chiasso che si faceva intorno a sua figlia, aveva presa la sua scure ed era andato a smaltire la rabbia nel bosco, lasciando Getruda padrona di sognar castelli e corti a sua posta.

Giunto al manso di Croceferrea, il conte Anselmo aveva tosto rinunziato alla caccia. Andasse pur chi voleva; anzi gli avrebbero fatto un gran piacere a levarglisi di torno, e falconieri ed arcieri. Quanto a lui, voleva fermarsi un tratto e visitare il bel podere di Croceferrea; perciò avrebbe mandato un famiglio in traccia del vecchio; frattanto, si tratteneva a discorrere con la bianca Getruda. Ed ella, dal canto suo, non doveva darsi pensiero di un così ragguardevole visitatore; seguitasse pure a filare; filava con tanta grazia!