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ripugnerebbe di ottenerne le grazie con la violenza. —
Per un uomo come il conte Anselmo, a cui nulla resisteva, quello era già un dir molto. E al castellano Rainerio parve una allusione diretta, un acerbo rimprovero a ciò ch’egli pur meditava di fare.
Frattanto la cavalcata era giunta alla chiesuola di San Donato. Colà, sul sagrato, stavano i falciatori, aspettando.
Ma erano quattro, e Rainerio, guardandoli attentamente al bianco lume dell’alba, non vide l’ultimo iscritto.
Il castellano si sentì sollevato dalla assenza di Legio, e un gaio pensiero gli venne tosto alla mente.
Se fosse stato un sogno quel che gli era accaduto la sera innanzi!
Il nome di Legio, veramente, era scritto nel suo libro. Ma sì, scritto da lui! Poteva benissimo avere scritto quel nome, per un errore della sua mente, stravolta dai terrori di una brutta visione.
C’era bensì il fatto della gara ridotta al ter-