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Pensi tu, zio, di non aver parlato dianzi.... al castellano Rainerio?
— Sì, si, dicevo bene, — balbettò il povero canonico. — Ma mi pareva tanto strano, che venisse da me, per consiglio. È un malvagio, pur troppo, un malvagio con cui bisogna star bene. Ma senti che odore di zolfo ha lasciato qua dentro?
— Di zolfo? — disse Bertrada, — non mi pare. Piuttosto d’aglio, e viene dalla cucina.
— Ecco, sì, dalla cucina. Ah, tanto meglio! — rispose il canonico, respirando. — E che cosa mi hai tu preparato per cena?
— Hai cenato, zio; non ti ricordi? Io ora stavo facendo l’agliata, per conservare quel ch’è rimasto delle trote, che ci ha portate Landolfo, il pescatore di Brania.
— È giusto; hai fatto bene; sono anche buone con l’agliata; — disse il canonico. — Va pure, va alle tue faccende, Bertrada. Io mi ero un po’ stancato nello studio, e avevo perduto la memoria. —
Bertrada se ne andò. E il canonico Ansperto soggiunse, quando fu solo: