Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 204 — |
stare la collera del conte Anselmo e del suo castellano Rainerio fu per allora più forte di ogni altra considerazione.
L’altro si allontanò, sogghignando, e parve ad Ansperto che lasciasse nella stanza odore di zolfo.
Come il prete lo ebbe veduto sparire e richiudersi l’uscio dietro, gli crebbe la paura di ciò che aveva veduto ed udito.
— Berlrada! — gridò egli, appena potè riaversi. — Bertrada! — soggiunse, rinforzando ancora la voce.
— Eccomi, zio, eccomi! — rispose la nipote, accorrendo.
Ansperto la guardò fissamente; rimase un istante muto, con gli occhi sbarrati; poi, riprendendo a grado a grado gli spiriti, le disse:
— Lo hai accompagnato sino all’uscio di strada?
— Sì, mio buon zio.
— Ah, era dunque vero? era un uomo in carne ed ossa?
— Che vuol dire questa domanda, — riprese Bertrada, sbarrando gli occhi a sua volta. —