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la fanciulla. E tu pure la vuoi: me lo hai confessato poc’anzi. Or dunque, sapendo l’animo di tutt’e due, come potrei io usare della mia autorità contro lui solo? Rainerio, ti prego, ragioniamo. Se quel nuovo venuto è il nemico dell’uman genere, diciamo pure che ciò è permesso da Dio per castigo de’ nostri peccati. Noi non badiamo abbastanza ai diritti della Chiesa, e questo prodigio che avviene per un prato di sua pertinenza, dovrebbe parere a te avvertimento salutare.
— Il prato non lo usurpo io; — rispose Rainerio. — Il conte lo possiede; e certi avvertimenti, caso mai paressero necessarii, dovrebbero toccare a lui, non a me.
— Non sei tu che fai tutto, e che comandi in suo nome? Qui, poi, non ti arrogili ancora l’autorità, non solo di comandare alla terra, ma di fare il piacer tuo delle anime che ci vivono, e che incontrastabilmente appartengono a Dio? Rainerio, bada; io ti parlo così per tuo bene. Castellano, non avrei nulla a dirti, pover uomo qual sono. Cristiano, che ti volgi a me per consiglio, ti esorto a far senno,