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buon nome di Getruda, nè all’utile di suo padre. Se il vecchio Dodone non si fosse ostinato nell’idea di darle per marito quel suo Marbaudo, io l’avrei collocata assai meglio, con qualcuno de’ miei familiari, che un giorno o l’altro sarebbe potuto salire anche al grado di gastaldo, o di castellano, in qualche terra di questi dintorni; e ciò sarebbe stato assai meglio per lei e per la sua famiglia, che il darla in moglie ad un semplice aldione. Ma il vecchio non ha voluto, ed io ho dovuto metter mano agli spedienti.
— Ah, sì! — disse Ansperto. — La gara dei falciatori, li son io che te ne ho suggerita l’idea senza volerlo. Ma non potrebbe anche vincerla Marbaudo, la gara?
— No! — rispose il castellano, aggrottando le ciglia. — Questo non avrei consentito mai. Pensa che erano scritti per la prova i due uomini più forti della masnada, vissuti fino ai venticinque anni nel lavoro dei campi. Uno d’essi era boscaiuolo, e in quattro colpi di scure ti abbatteva un tronco di faggio.
— Sia. Egli dunque mostrerà col fatto di