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— Ammaliato, fìgliuol mio? e in che modo? da chi?

— Dalla bella figliuola di Dodone.

— Ah, capisco; — disse Ansperto. — Ed altri crederà ch’ella sia ammaliata da te, quella cara figliuola.

— Così sia, — replicò quasi divotamente Rainerio. — Ne sono invaghito, e niente mi sarà più caro che di essere amato da lei.

— Ecco una confessione che non accenna a nessun pentimento! — disse Ansperto, sforzandosi di sorridere. — Tu non pensi, figliuol mio, che hai promesso amore e fedeltà ad un’altra, e che....

— Lo so, padre, lo so, e non è questo il pensiero che mi turba. L’amore non conosce questi argomenti, o non li cura.

— Ah! uomini! uomini! — mormorò Ansperto, levando le palme al cielo. — Almeno queste cose non veniste a dirle ad un ministro del tempio!

— È giusto, — riprese Rainerio, sospirando. Ma volevo dirti che questo amore è più forte di me. Del resto, io non volevo nuocere al