Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 177 — |
sua! Maledetta chiacchiera! Ma era fatta, e voce escita dal labbro non ritorna più indietro. Il canonico cercava di consolarsene, immaginando che la vittoria restasse a Marbaudo. L’amore fa miracoli; non poteva far quello di raddoppiare le forze del giovane falciatore? Ma il canonico Ansperto pensava ancora al castellano. Con che animo si era appigliato il castellano al partito della gara? Non certamente per favorire Marbaudo, sibbene per nuocergli. E su questo proposito doveva aver preveduto il caso che vincesse Marbaudo. Egli adunque, il fosco personaggio, meditava un tranello. O tra gli uomini della sua masnada era il vincitore, ed egli assegnava a lui il premio; o si vedeva imminente, sicura la vittoria di Marbaudo, ed egli avrebbe trovato il modo di turbare la gara, di sospender la prova e di farla girare a suo benefìzio.
Il castellano in quei giorni appariva di buonissimo umore; era dunque sicuro del fatto suo, e questo dava noia ad Ansperto.
Giunse la vigilia della prova solenne. Già le ombre della sera si erano distese sulla Barrili. Il prato maledetto. 12