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vero che l’apparenza inganna. Sotto quell’adipe correva invece una larga vena di rammarico, e in quel rammarico fermentava già un pochettino di rimorso.

Il povero canonico incominciava a pentirsi di non avere parlato più animosamente al castellano e di non aver consigliato più risolutamente Getruda.

Poc’anzi il vecchio Dodone era stato da lui, lagnandosi amaramente della figliuola, diventata più stizzosa che mai.

Di sicuro gliel’aveva stregata il castellano Rainerio; quel maledetto castellano che dal giorno dell’editto non si era più lasciato vedere a Croceferrea. Restasse pure, non ritornasse più; così non ci fosse capitato mai!

Per altro, quella assenza dopo tanto spesseggiar di visite, voleva dire qualche cosa; voleva dire, per esempio, che Rainerio era molto sicuro del fatto suo; che aveva molto bene lavorato l’animo della fanciulla, e senza che di tanto lavoro sapesse nulla il suo confessore.

Frattanto, a Croceferrea non aveva più po-