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Nondimeno, se molti erano entrati in gara, una gran parte avevano dovuto ritirarsi, disanimati dalla tracotanza di quel tale che prometteva di falciare il prato in tre giorni. Quel tale, a farlo apposta, era uno degli scherani di Rainerio. Voi mi direte che, tracotanza per tracotanza, data l’altezza del premio, si poteva tentare egualmente. Ma no; il castellano era venuto fuori con una certa postilla che aveva sgomentato senz’altro. Egli dichiarava che al premio, da una parte, per coloro che avessero dimostrato di non andare coi fatti molto lungi dalle promesse, il conte Anselmo voleva far corrispondere una pena, dall’altra, per coloro che fossero rimasti in gara, dimostrandosi da meno. Questi, se aldioni o censuarii, sarebbero divenuti servi della gleba; se servi, avrebbero sentito il sapore del frassino. Ed era giusto giudizio, soggiungeva il castellano Rainerio; non dovendosi prendere a gabbo la benignità del conte, nè la solennità della prova che egli aveva ordinata.
La conseguenza della minaccia fu questa, che molti si ritrassero, e non restarono in