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lute; — disse ella. — Che sono io, per meritare tanta fatica, col pericolo della vita? Se non vincerà la prova, vorrà dire che noi non eravamo nati l’uno per l’altro.

— Che ragioni son queste? — gridò il vecchio sdegnato.

— È giusto, — disse Marbaudo, frapponendosi. — Lo so bene che sarà stata la volontà di Dio. Ma egli mi ha date queste braccia, perchè io tenti di fare quanto è in poter mio. Se un altro ha da essere il vincitor della gara, sappi almeno, o Getruda, che io ti avrò contesa fino all’ultimo soffio di vita. Ed ora, il Signore ti guardi! —

Se ne andò, dette queste parole; se ne andò con la morte nell’anima. Amava disperatamente, il povero Marbaudo, e sentiva dentro dell’anima che se egli non vinceva la gara, quella era stata l’ultima volta in cui aveva veduto Getruda.

Dodone lo seguitò, e lo accompagnò un tratto di strada per consolarlo della durezza di sua figlia.

Il vecchio aldione incominciava a doman-