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non gli sarebbero durate tanto la lena e la furia del primo.

Ma quello era un caso improbabile. Alla più trista, poi, avrebbe lavorato di notte, e nell’ultima falciata di fieno avrebbe lasciala anche l’anima.

Quella sera il giovanotto si arrisicò di salire a Croceferrea, e di passare davanti alla casa di Dodone.

Non era stato lassù il giorno prima, e già gli pareva mill'anni. Getruda rispose freddamente al suo saluto; ma quella freddezza esteriore non era una cosa nuova, ed egli ci s’era avvezzato fin dai tempi in cui sperava di più. Dodone, per contro, gli fece un’accoglienza più affettuosa del solito.

— E così, — gli disse, traendolo in disparte sotto la pergola, che incominciava a rivestirsi di pampini; — hai sentito il bando del nostro signore?

— Sì; — rispose Marbaudo; — e ho subito detto tra me; tanto meglio!

— Ah! — borbottò il vecchio. — Questo è un tiro del castellano.qu