Pagina:Barrili - Il prato maledetto, Treves, 1896.djvu/163


— 157 —


Getruda chinò la testa, e si trasse anche il lembo del mantello sugli occhi.

— Se tu pensi che io ne sposi uno, dei tuoi maledetti falciatori! — diss’ella in cuor suo. — Piuttosto il diavolo, che non è bello, ma è gran signore, e non sarà poi così brutto quanto si dipinge. —

La udiste voi, Gabriele, angelo custode delle ragazze, come il vostro collega Raffaele è custode dei giovanetti? Sicuramente, a quella bestemmia, voi celaste il bel viso tra le grandi ali del cigno. Ma un altro, in quel punto, battè allegramente le sue di pipistrello.

Il banditore Scarrone non udì nulla, egli che non era angelo, nè diavolo; e salutati quei due, che avevano così poca voglia di discorrere, tirò innanzi glorioso con la sua piccola masnada.

— Perdiana! — diss’egli, come fu venti passi più avanti. — È davvero un fior di ragazza. Chi di voi altri, figliuoli, si sente di falciare il prato?

— Io, sicuramente; — rispose lo scherano più vicino.