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che è quella dei signori Bismarck, Giers, Kalnoki e compagni.

Il pranzo dei Rivèi, servito sotto il pergolato, e sopra una gran pietra d’arenaria, acconciamente spianata, casca sempre intorno al tocco e finisce tra le sei e le sette. Ma badate, non si mangia mica sempre; è anzi più facile che si beva. E al gentil proprietario non pare. Vedrà che gli avrete svenato cinquanta bottiglie sulla tavola druidica su cui era apparecchiata la mensa, e il mio amico Filippo vi dirà sorridendo:

“— Mi rincresce che stasera si beve poco; mi rincresce che si andrà via con la sete.„

Andar via con la sete, e dai Rivèi? che vi pare? no, non sia mai. E acqua niente, sapete!

L’acqua è fatta pei perversi,
E il diluvio lo provò.

Eccoci dunque sulla via provinciale, in calesse, per andare al punto dove si apre la valletta della Bàissa, e dove il rigagnolo che sapete è cavalcato da un ponte romano. Almeno così dicono i libri; io soggiungo che di