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confessioni non varrebbero un bel nulla; e neanche potrei più farne, quando venisse il momento opportuno.
— C’è del vero, in quello che tu dici; — osservò il canonico Anspèrto. — Ottone verrà pure un giorno o l’altro in Italia, e il vicario di Cristo non tralascerà di ricordargli il debito che ha, di far giustiza alla sua Chiesa. Ma dimmi ora; che posso io fare per il tuo bisogno?
— Consigliare la mia figliuola.
— L’ho sempre fatto, quante volte è venuta al tribunale della penitenza.
— Si, e vedi il bel frutto che n’hai ottenuto! Devi parlare più risoluto, mostrarle il male che fa, a ricusare l’onesto partito che le propone suo padre. Me l’hanno stregata, vedi? me l’hanno stregata, ed io ci perdo il mio fiato. Un giorno, poi, mi volgerà male, se già non è cosa fatta.
— Non correr tanto, via! Tu ora vedi le cose più nere che non sono. Lasciamo stare i sortilegi, che non ci hanno che vedere. Se la tua figliuola fosse in balìa del maligno, io