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— Sono un povero aldione e la mia testimonianza val poco. I signori vogliono; a noi tocca obbedire.

— I signori sono lontani, — replicò Ansperto, — e non possono udire la voce della giustizia, quando il figlio dei servi della curia d’Alba non ardisce aprir bocca.

— Sì, per farmi Chiudere nel fondo di una torre, fino a tanto che io non mi disdica! — borbottò allora Dodoné.

— Eh via! Non sarà così cattivo, il conte Anselmo, come te lo figuri tu. Basterebbe che tu gli domandassi udienza, come l’hai domandata a me, e gli esponessi i tuoi dubbi di coscienza. Infine, tu paghi i tributi a lui, e non dai alla curia nè annate, nè decime. Ricordati, Dodone, che Iddio ha costituita la Chiesa sua rappresentante visibile sulla terra, e che l’essere confessori del vero per lei è come essere confessori della fede.

— Io ricordo, o padre, che il Signore Iddio mi ha fatto pentola di terra, e poi mi ha messo davanti a delle pentole di ferro. A cozzar con quelle mi romperei di sicuro; le mie