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modi, l’ingegno acuto, e virtù d’ogni maniera che la facevano superiore all’altre dame del suo tempo, il povero trovatore tanto se ne invaghì, che non ebbe più pace. E certo quel suo insolito e strano amore diventava la favola di tutta la corte d’Inghilterra, se le canzoni che egli scriveva in lode della lontana sua dama, della sconosciuta beltà, destando l’ammirazione universale, non avessero fatto tacere il sarcasmo.»

— Voi pure ammettete, — interruppe Ginevra, — che fosse strano non poco, questo amore d’udita?

— Non lo nego; sebbene, a que’ tempi, la cosa poteva parere meno bizzarra. Le cronache provenzali ci hanno conservata una tenzone tra due poeti, Gerardo e Peronetto, intorno alla quistione, chi più ami la sua dama, se il presente o l’assente, e chi più possente amore introduca, o il cuore o gli occhi.

— Questione difficile! — notò il Pietrasanta. — Che ne pensate voi, signora?

— Io tengo per gli occhi; — rispose arrossendo la Giulia, a cui la dimanda era rivolta.

— E voi? — chiese il Cigàla, alla Torralba.

— Pel cuore; — rispose la soave Maddalena.

— Ed io per tutti e due! — sbruffò il lezioso De’ Carli.

— Ma come fu sciolta la questione, allora? — chiese Ginevra, per dar la parola di bel nuovo al narratore.

— Non saprei dirvelo. Le cronache raccontano che fu portata innanzi alla corte d’amore di Pierafuoco e di Signa; ma non ci recano la sentenza che ne fu data. So bensì che in quella tenzone poetica, tra molte buone ragioni ed esempi per l’una parte e per l’altra, c’era una strofa che vi traduco così: «Tutti gli uomini di perfetto giudizio conoscono molto bene che il cuore ha signoria sopra gli occhi, e che gli occhi non servono punto nelle cose d’amore, se il cuore non acconsente; laddove, senza gli occhi, il cuore può francamente amare una cosa che giammai non abbia veduta, siccome avvenne al signore di Blaia.»

— L’esempio non scioglie la questione! — disse Ginevra.

— È un circolo vizioso! — aggiunse il De’ Carli.

— Ma via, — ripigliò la marchesa, — continuate la vostra storia, signor Aloise, e perdonate le interruzioni troppo frequenti a un uditorio curioso ed attento.

— «Infiammato sempre più dal desiderio di veder la contessa, Goffredo deliberò di andarsene pellegrino in Terrasanta. Un suo dilettissimo, anch’egli buon trovatore, Ber-