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- Ah, lode al cielo! - esclamò il Morandi. - Per un meschino battibecco di politica, io spero che basti.

- Se già non ce n’è d’avanzo! - aggiunse, in atto d’assentimento, il Giuliani.

E tutt’e due si movevano, per frapporsi e farla finita. Ma ciò che videro allora, li fece rimaner sospesi.

Aloise guardava il suo avversario, additandogli con piglio imperioso la spada, che giaceva sul terreno. Il Cigàla era rimasto perplesso, e con occhio mesto interrogava l’animo di Aloise. Questi allora, come ravvedendosi, fece un passo innanzi, porse la sua spada al Cigàla, che l’accettò silenzioso, e raccolta quell’altra, si rimise in guardia, temperando l’atto con una parola cortese.

- Da leali cavalieri! Io fo voto che la mia vi porti fortuna.

- Ma non basta, signori? - si provò a dire il Morandi.

- Pare di no: - disse il Cigàla, con accento malinconico. - Non ci badate, amici; abbiamo concertato noi ogni cosa. -

E si rimise in guardia a sua volta. Aloise, lo ringraziò con un cenno del capo, e il duello ricominciò.

- Soltanto, non mi risparmiate, come avete fatto finora; - soggiunse il Cigàla; - ch’io farò il mio potere.

- Allah kerim! - rispose il Montalto, coll’accento e col piglio dell’arabo fatalista.

Ma tosto, per tema d’esser capito, ingaggiò un assalto vigoroso. Le lame si cercavano, si seguivano in giri traditori, si allacciavano, si sbrigavano con celerità meravigliosa. Il Cigàla faceva tutto il poter suo, ma sempre rompendo la misura, che non bastava a tanto incalzar di proposte. E tuttavia, egli ben lo vedeva, la lama di Aloise non giungeva mai al suo petto. Affascinato dal suo sguardo, indietreggiava parando, e minacciando vanamente; i suoi occhi già più non badavano alla lama; solo il pugno, istintivamente, seguiva il ferro avversario. E v’ebbe un istante che egli, così stretto da vicino, e non toccato mai, diede un’occhiata mestissima al suo avversario, e le sue labbra mormorarono, tra lo sgrigiolar delle spade, il nome di Aloise. Ma il suo avversario, proprio in quel mezzo, aveva conseguito l’intento; sollevata la punta della sua lama per modo che non offendesse il Cigàla, s’era spinto sotto la misura, precipitato contro il ferro nemico; indi balenava un tratto colla spada in alto, e stramazzava al suolo.

L’orribile scena era durata due minuti, non più. All’improvvisa