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sole; - il terreno è battuto e liscio come un’aia; la luce uguale per ambedue.
- Ottimamente; - rispose il Cigàla; - non si potrebbe trovare un luogo più adatto. -
I padrini furono del medesimo avviso, poichè tosto si diedero a tutti i minuti uffizi della geodesia duellaria. E in quella che essi misuravano il campo e segnavano i punti per le mòsse dei combattenti, Aloise, preso pel braccio il Mattei, lo condusse passeggiando fino all’angolo del palazzo, donde si vedeva il cielo aperto, sereno in alto, e stipato al basso di nuvolette, che si dipingevano di vaghi colori ai raggi del sole.
- Guardate l’orizzonte, Mattei; quant’è mirabile per varietà di colori, per magnificenza di luce! Il sole è davvero un monarca, in tutto lo splendor del suo trono! Passerà un’ora, e questa sua pompa sarà finita, per ricominciare domani; e così via via fino alla consumazione dei secoli. Ma noi per fortuna non abbiamo bisogno di tanto; basterà quest’ora per sforacchiarci a dovere.
- E per una controversia ridicola! - sentenziò con accento di rimprovero il Mattei.
- Sicuro, ridicola, come tutte le controversie del mondo. Ve n’ha di serie, per avventura? E in tutte non siamo noi pronti a giuocare ugualmente la vita? Badate a me, Mattei; - proseguì con amaro scherno Aloise; - se ella valesse davvero qualcosa, non la porremmo a repentaglio per alcuna ragione; ed io certamente non la metterei a così vil prezzo come ora.
- E il duca?... - chiese il Mattei, come per richiamare l’amico a più teneri pensieri.
- Ah, non mi parlate del duca! - gridò il giovine sgomentito.
E rimase un tratto in silenzio. Indi, quasi volgesse la parola a sè medesimo, continuò:
- Ma, Dio santo, dovrò io dunque prolungare ancora questo martirio? Ed egli, vive forse più lieto, perchè io vivo e gli dò il quotidiano spettacolo de’ miei patimenti? -
Il dialogo fu interrotto in quel mentre dai padrini, che annunziavano essere ogni cosa all’ordine. Aloise fu sollecito a mettersi in assetto di combattimento. La tempesta svegliata nell’animo suo dalle parole del Mattei, si dileguò in un attimo; ilare in volto si piantò di rincontro al Cigàla, e lo salutò col più gaio sorriso. Il Cigàla lo ricambiò cortese.... ma triste.
- All’armi, dunque! - esclamò Aloise, con quella serenità