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Ma il duca di Feira non rispose alla sua dimanda, e dopo una breve pausa, durante la quale stette cogli occhi chiusi, come chi raccolga tutte le virtù dell’animo e dei sensi ad uno sforzo supremo, proseguì concitato:

- Ah credete voi, giovinotto, che chi di tanti anni v’ha preceduto nella vita non v’abbia preceduto ancora nel soffrire? Credete che i vostri affanni siano i soli, e i più forti che uomo provasse mai? Che basti il dire, ecco io muoio, e rompersi le tempia con un colpo di pistola, per dimostrare al mondo, a sè stessi, di avere amato davvero? Sappiatelo da un vecchio, che ne’ suoi dolori ha imparato a compatire gli altrui; non ama sempre più fortemente chi muore, chi si sottragge all’angoscia. V’ha chi vive, ed è peggio. Voi avete amato fieramente, da lunghi anni, senza speranza, colla maledizione nel cuore; or che direste voi della disperazione di un uomo che, giovine, avesse amato e sperato; che fosse stato sul punto di raggiungere la felicità, e questa d’improvviso gli fosse ghermita, ed egli avesse chinato la testa, e si fosse rassegnato a rispettare il diritto di un altro; che amando fortemente, amando a tal segno da non accogliere più altro affetto nel cuore, si fosse pur tuttavia sacrificato a vivere, ad avere mai sempre davanti agli occhi della mente la felicità di un altr’uomo, a noverare i giorni colle angosce, gli istanti tutti colle trafitture del cuore, a vivere insomma di continuo nelle tenebre, dopo aver veduto il sole, desiderandolo sempre, e senza speranza di salutarlo mai più?

- Orribile martirio! - esclamò dolente Aloise.

- Ed è stato, ed è il mio! - soggiunse il duca di Feira con un accento che andò diritto al cuore del giovine. - E in nome di questo martirio, Aloise, io ve ne prego; vivete per me, se non volete per voi. Voi lo dovete, poichè ho molto patito. Siete fermo nel vostro fiero proposito? E sia; non morrete già solo; le vostre armi basteranno per due. -

A quelle inaspettate parole, il cui senso era così chiaro e riciso, il giovine balzò in piedi turbato.

- Signor duca, - diss’egli lentamente, quasi volesse scolpire le sue parole nella mente del vecchio, - questo mi fa tornare al principio del nostro dialogo. Se voi non giungevate in mio soccorso ier l’altro, io sarei morto infamato, e, sebbene senza mia colpa, come vi è noto, una brutta macchia sarebbe rimasta sul mio nome, sull’unica parte di me che dovrà soppravvivermi. Mercè vostra, io posso morire tranquillo, portare con me il mio onore nella tomba. È un ottimo guanciale, - aggiunse Aloise con funebre arguzia, - e