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— Credete che fosse proprio paura dei ladri? — chiese Lorenzo, sorridendo.
— Non vi dirò quel che io credo, come voi non mi direste quello che è. Smettiamo dunque un simile discorso; e andate, che io non voglio trattenervi.
— Grazie! — rispose Lorenzo, stringendogli fortemente la mano. E fece per andar oltre; ma il capitano lo trattenne ancora.
— Intendiamoci, Salvani; non per di qua. Tornate indietro, e sarà meglio per tutti.
— Non posso; o lasciatemi passare, o fatemi arrestare senz’altro. —
Il buon capitano, che amava molto Lorenzo, avendolo conosciuto prode e gentil cavaliere in quella occasione che i nostri lettori rammentano, stette alquanto sovra pensiero; quindi, mettendo amorevolmente le mani sulle braccia di lui, e guardandolo fisso in volto, gli chiese:
— Che cosa sperate oramai?
— Nulla! — disse il Salvani.
— Dunque?...
— Dunque lasciatemi andare per di là, dove ho alcuni amici da vedere; e sarà, ve lo giuro, senza pericolo per la causa alla quale servite.
— Lo credo; ma se fosse, come io penso, con pericolo vostro?...
— Che importa? Non badate a ciò, e lasciatemi andare.
— Dovunque vi piacerà, salvo al numero otto.
— Che? — esclamò il giovine, piantando a sua volta gli occhi in viso all’amico. — Voi sapete....
— Ogni cosa. So, verbigrazia, che laggiù non trovereste più alcuno, salvo una mezza compagnia di soldati che custodisce le porte, e una mano d’altri personaggi, meno riguardosi coi loro avversari politici, i quali vanno rovistando dappertutto, per trovare una carta.... che non c’è.
— Ah! — disse Lorenzo. — E gli amici miei....
— State di buon animo! — interruppe il Nelli. — L’uffiziale di pubblica sicurezza aveva fatto male il suo piano di battaglia, e ha assalito il nemico senza chiudergli la ritirata. Io m’ero avveduto bensì dell’errore; ma non era affar mio. L’intento del soldato era di sgominare da questo lato i vostri disegni, e questo io l’ho fatto. Sono entrato per l’androne, mentre i vostri sgattaiolavano dalla parte del giardino; ho atterrato l’uscio, e sono anche stato il primo a metter il naso in una certa cameretta, su d’un certo tavolino....