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ex abrupto, non fece alcun atto di maraviglia, e sebbene fosse difficile non addarsi del tono con cui gli aveva parlato il giovinotto, non parve darsene pensiero, poichè gli rispose con nobile serenità.

- Certo, oltrepassato il palazzo, non pensavo di averla più ad incontrare. Ma poichè Ella ha voluto giungere fin qua, tanto meglio, potremo parlar più tranquilli. -

A queste parole dovette maravigliare il Giuliani.

- M’aspettava? - diss’egli tra sè. - Dopo tutto, perchè no? Egli doveva capire che quando c’era un terzo in un segreto, non si può rimanere senza invitarlo a dichiararsi, pro o contro. -

Intanto che così pensava, il Giuliani rispondeva con un mezzo inchino alle parole del duca, e gli si metteva a pari, per andar di conserva.

- Il signor Salvani sa già il mio nome? - chiese il vecchio, entrando anch’egli difilato in argomento.

- Non ancora, - rispose il Giuliani, - ma lo saprà quanto prima.

- È inutile, - sentenziò il vecchio.

- Tanto almeno quanto il non saperlo; - disse di rimando il Giuliani.

- Può darsi, - soggiunse l’altro; - ma Ella sarà tanto cortese da non dirglielo. A che pro’ mettere il ghiaccio delle cerimonie nella nostra amicizia fraterna? Questi titoli altisonanti che paiono far l’uomo più grande del vero, non aiutano di certo a mantenere le buone relazioni da pari a pari, così naturalmente nate dal caso, come la nostra. Se gliel’avesse1 detto subito, meno male!

- E perchè non gliel ha detto Lei? -

A quella dimanda, un tal poco impertinente, il duca di Feira si volse a mezzo per dare un’occhiata al Giuliani. Ma fu un’occhiata tranquilla, senz’ombra di sdegno.

- Non me l’ha chiesto; - rispose. - Io poi non ho alcuna ragione a celarmi. Sapevo bene che un dì o l’altro sarebbe giunto da Genova qualche amico del signor Salvani, il quale potesse sapere il nome d’un forestiero, come son io, giunto da due mesi costà, e non rimasto ascoso alla gente. Ma poichè Ella mi dà l’esempio delle dimande, signor Giuliani, ne consenta una anche a me. Perchè non ha detto subito il mio nome al nostro amico, quando io li ho lasciati?

- Ci avevo le mie ragioni.... - rispose il giovanotto.

Ma nel profferire quelle parole, si avvide che erano troppo acerbe, e fu sollecito

  1. Nell’originale "gliel avesse".