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quale s’era assunto di avvisar la fanciulla e recarle insieme una parola di speranza, valse più d’ogni amorevole esortazione a tranquillargli lo spirito.

Nè egli aveva dimenticato (e se pure gli fosse uscito di mente, quell’ultima trovata glielo rammentava più efficacemente che mai) di quanto andasse debitore al Giuliani e a’ suoi operosi colleghi. Mercè loro, gli autori di quel tranello, sebbene con ogni maggior cura nascosti, erano stati scoperti: trovato il luogo in cui era stata chiusa la fanciulla; astuzie opposte felicemente ad astuzie; e se Maria stava per esser tolta dall’ugne dei tristi, certo era per l’ingegno e l’ardimento di quegli instancabili amici. Però egli, commosso, stese la mano al Giuliani.

- Se voi non giungevate in mio aiuto, - disse egli, - io non saprei nulla di nulla; forse sarei morto di dolore e di rabbia impossente, al pensiero della mia casa disfatta, dei miei nemici padroni del campo. E come può essere che io, sventurato qual sono, abbia trovato tanti generosi che m’hanno profferta la mano, e si mettono ad ogni sbaraglio per me?

- Già ve l’ho detto lassù, alla Bricca. Questi miracoli, se pure vi paiono tali, dovete ascriverli alla tempra nobilissima del vostro carattere che ha virtù d’attrazione. Nemici ne avrete, implacabili, feroci; ma non vi mancheranno amici costanti e battaglieri all’occorrenza. Ma veniamo ad altro; ora incomincian le dolenti note, ho a parlarvi del marchese Montalto. -

Qui il Giuliani narrò per filo e per segno tutto quanto era stato detto di Aloise in quel colloquio così in buon punto origliato da Michele. Ma a questa parte del giuoco di Bonaventura non si poteva rispondere di trionfo come all’altra, perchè il Giuliani non era milionario, pur troppo. Aloise era agli sgoccioli; le sue sostanze, non molte, come tutti sanno, erano ite per la china delle matte spese, e il famoso banco Cardi Salati e C. le aveva grandemente aiutate a scorrere. E c’era anche di peggio, che racconteremo tra breve, non volendo ora allungar di soverchio1 il capitolo.

Lorenzo, che molto amava Aloise, ne fu oltremodo turbato. Come rimediarvi? E chi, potendo, l’avrebbe voluto? Povero Aloise! Egli intendeva in quel punto le cagioni della sua profonda mestizia. Ma come mai Aloise, così saldo di mente, così assegnato nello spendere, aveva potuto d’un tratto uscir così fuori delle sue consuetudini, darsi così spensieratamente a sfoggiar da gran signore? E la Montalda, retaggio de’ suoi maggiori, dov’era la tomba di sua madre, la cui memoria era

  1. Nell’originale "sorverchio".