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- Dove sta egli di casa? - dimandò il giornalista.

- Lassù, - disse Lorenzo, voltandosi indietro; - di là dalla Bricca, un quarto di miglio discosto dal luogo ove eravamo seduti.

- E chi è costui?

- Non lo conosco. -

Al Giuliani cascò l’asino a dirittura. Non cascò egli, per altro; che anzi stette fermo più che mai su due piedi, e voltatosi di sbieco, guardò in volto Lorenzo, come per sincerarsi se parlasse da senno.

- Non lo conoscete?

- Ve l’ho detto; non lo conosco.

- Bravo! Ed egli sa i fatti vostri?

- A un dipresso; - rispose Lorenzo. - Vi sa di strano?

- No; che diamine? Mi sembra anzi la cosa più naturale del mondo; - soggiunse il Giuliani con un piglio che i lettori indovineranno di certo. - Se fosse un vecchio amico, capirei che s’avesse a star sulle guardie; ma un amico recente, anzi un ignoto.... che s’ha a temere da lui?

- Siete ingiusto; - disse Lorenzo, che capiva il latino. - Tutto da un altro, niente da lui. Se sapeste in che modo io l’ho conosciuto!...

- Ditelo, amico Salvani, ditelo, in nome di Dio, che io possa cavarne profitto; sapere verbigrazia se non sia più utile confidare i proprii segreti, anzichè ad un amico provato, al primo che capita, che non s’è mai visto, nè conosciuto.

- Come v’infiammate, Giuliani! Calmatevi! - disse Lorenzo, accompagnando la frase con uno de’ suoi mesti sorrisi. - Ho conosciuto quel signore alla Bricca, la prima volta che mi sono provato a inerpicarmi lassù, dopo la partenza del nostro ottimo Aloise. Ero solo; a salire non ho durato gran fatica, poichè andavo adagino; tuttavia, giunto al mio posto consueto, mi avvidi di aver fatto troppo a fidanza colle mie forze convalescenti. Quel signore passava di là, mentre io cascavo dalla stanchezza; mi salutò e tirò dritto. Non so perchè si sia fermato più in là; forse perchè si addiede del mio stato. Io, certo, dovevo parergli un agonizzante. Fatto sta, che egli rifece la strada e mi domandò che cosa avessi, e se mi occorresse aiuto. Lo ringraziai; barattammo alcune parole, e che so io? si sedette vicino a me, parlandomi dell’aria campestre, del cielo, del mare, del libro che avevo tra mani; a farvela breve, due ore erano passate, e stavamo ancora a conversare insieme, senza esser rimasti pur un istante impacciati. Mi ricondusse egli stesso