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— Zitti là, che vi farete sentire di fuori! Ecco il comandante! —

Lorenzo Salvani entrò allora in una stanzaccia male rischiarata da una lucerna a beccucci, posata nel mezzo d’una gran tavola d’osteria, e da due o tre moccoli di candele steariche, piantati nel collo di altrettante bottiglie vuote. Lucerna e candele avevano tanto di moccolaia fungosa, che dava assai più fumo che luce, nè certo aiutava a diradare la nuvola fitta che l’assiduo fumar delle pipe aveva formata sulle teste dei congregati. I quali sedevano, in numero di quattordici o quindici, intorno alla tavola, piena stipata di fiaschi, bottiglie, bicchieri, picce di pane e fette di salame qua e là distese su brandelli di carta. Altri parecchi dormivano della grossa sdraiati lungo le pareti, sopra alcune bracciate di paglia, e se n’udiva il russo accompagnare le voci avvinazzate dei più verbosi seduti.

Un altro dormiva a gomitello, su d’un angolo della tavola, non udendo lo strepito che gli si faceva alle orecchie; due o tre altri comparivano dal vano dell’uscio di una camera vicina, dov’erano le armi, in atto di sperimentare lo scatto dei fucili, o le lame delle sciabole, che erano là dentro in quantità. E le voci alte e fioche dei seduti, l’acciottolìo de’ bicchieri, lo strepito delle armi e il russo de’ dormenti, facevano una babilonia da non dirsi a parole.

All’apparire di Lorenzo tutto quel frastuono cessò. — Il comandante! — fu la parola che corse sommessamente lungo le sponde della tavola.

— Il comandante? — ripetè, ma più alto, una voce fessa e impacciata dal vino. — Viva il comandante, e si beva alla sua salute!

— Zitto, Geremia! — gridò il Martini. — Tieni la tua parlantina per questa notte.

— O come, sor tenente? voi togliete la libertà della parola? — chiese con un ridevole strascico di frasi il poco biblico Geremia. — Non siamo qui radunati per salvare la libertà, noi? La libertà è libera, io dico; viva la libertà! Parlo bene, o parlo bene? —

Il comandante, a cui era rivolta questa burlesca domanda dell’ubbriaco (e lo dimostrava il gesto di Geremia, che accostava militarmente la palma rovesciata dalla mano alla visiera del caschetto), rispose asciuttamente:

— Sì, avete ragione; ma se fate chiasso fin d’ora, darete la sveglia ai nemici, e non si potrà più far nulla, per questa povera libertà.