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gnore, che non sapremmo dire se l’accogliesse, o no. Quel che sappiamo si è che la Madre Maddalena giunse nella cella di Maria, scosse quel corpicino snello, bufonchiò alcune sue esortazioni all’orecchio della fanciulla, e finalmente la consigliò di uscire un tratto in giardino, che un po’ d’aria e di luce le avrebbe recato sollievo. Maria le tenne dietro a guisa d’automa. Quella era a un dipresso l’ora della ricreazione, in cui soleva ogni giorno recarsi nel giardino del monastero, che era quasi sempre deserto.

Era una stupenda giornata; il cielo sereno, color di zaffiro; il sole alto illuminava tutto il giardino quant’era largo e lungo, salvo in una lista di terreno su cui disegnava la sua grand’ombra l’antico mastio di quella cittadella ridotta a convento; l’aria non era calda, ma tiepida, come suole in autunno, che il raggio solare ha smesso alquanto della sua forza; e parevano beverla avidamente alcune piante di malve e girasoli, tristi fiori, che si trovavano soletti, come smarriti, in mezzo ad una mescolanza d’ortaglie. Botanica claustrale!

La giovinetta, come fu giunta in capo al viale dalla parte di levante, si sentì spossata, e si lasciò cadere su di un sedile di lavagna, che era appoggiato al murello. Ma la prudente monaca, che non faceva punto a fidanza col sole, proseguì pel viale a mezzogiorno, fino all’altro da ponente, dov’era l’ombra desiderata, e dove si messe a passeggiare con lento metro, leggicchiando di tanto in tanto un versetto del suo libriccino di digestione (altri direbbe di devozione), badando ben bene, quando era ai punti estremi della sua passeggiata, a non uscir fuori dall’ombra anzidetta, che la parte superiore dell’edifizio mandava sul piano dell’orto.

Per tal modo rifacendo ad ogni tratto il suo breve cammino, la Madre Maddalena poteva vedere il profilo di Maria, che se ne stava immobile, collo sguardo fisso, in apparenza tranquilla. A che pensava la giovinetta? Dove guardava? Neppur ella avrebbe saputo dirlo; nella sua mente era una confusione di forme vaghe e mutevoli, come avviene a chi sia travagliato dalle visioni d’un sogno febbrile: e rimaneva così attonita, stordita, senza pensare, senza veder altro dintorno a sè, che le dolorose immagini della sua vita.

Intanto il nostro Pasquale seguitava a mandar su e giù tratti disperati di pennello. La Madre Maddalena gli era passata daccanto, ed egli, tirandosi prontamente da un lato e cavatosi rispettosamente la berretta, s’era sprofondato in un cosiffatto inchino, che la gobba aveva soverchiata la testa, e se avesse avuto occhi avrebbe potuto contargli i peli vani