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gli guastò tante dolcezze; ma dalla quale, tardi divelto, egli pure non sa dipartirsi col pensiero. Laonde, in una casa non sua, o mal sua, egli sta sempre contegnoso, accigliato, come soleva, a capo de’ suoi battaglioni. La moglie è buona, ma non ha pur troppo tutti i saldi pregi, l’arrendevole giudizio e la complice severità del suo aiutante in primo; i suoi figli son sani, di bell’aspetto, studiano anche, e sanno più che egli non voglia da essi, ma ci hanno il vizio incurabile di non giungere puntuali al rapporto; il servitore ha da stargli davanti impalato e salutare in tre tempi; la fantesca, guai a lei se non adopera la granata a dovere, perchè egli è tal uomo da metterla al passo, e già glien’ha dato come un cenno in aria, alla lontana, tanto che non esca di riga. Le esercitazioni d’un reggimento in piazza d’armi sono il suo gran passatempo quotidiano; legge alla sfuggita i giornali, per non far la ruggine in politica, ma svolge con memore affetto le pagine dell’annuario militare, che lo fanno rivivere nella famiglia passata, e medita sul regolamento di disciplina, che vorrebbe introdurre, con poche e lievissime varianti, nella famiglia presente.

Se ciò avviene così naturalmente dell’uomo, che non sarà della donna, tanto più mite di spirito, tanto più dolce di tempera? Noi medesimi abbiamo udito, or non è molto, una vecchia monaca pigliarsene una satolla contro i malvagi che s’argomentavano di voler restituire la loro libertà alle spose del Signore. E ci parlava, vecchia sessagenaria, dai vani di due grosse inferriate. Darle la libertà? In fin de’ conti, che ne avrebbe ella fatto? Però ci rattristammo in udirla, ma non ardimmo dimostrarle il suo torto. La prigione è prigione a cui sembra.

Ed anco lasciando in disparte tutte le cose dette più su, non si ama egli talvolta di vivere dove s’è più lungamente patito? Quelle conscie pareti hanno le tante volte riflesso la nostra ombra, che ci pare abbiano a ritener sull’intonaco qualche particella di noi; quegli angoli serbano l’eco dei nostri sospiri; su quel pavimento c’è tuttavia l’umidore delle nostre lagrime.

Ma in questa guisa non pensava, nè poteva pensare la giovinetta postulante che seguiva in giardino i passi della Madre Maddalena. In questa giovinetta i nostri lettori hanno già riconosciuto Maria, non postulante, ma rinchiusa a forza nel convento di San Silvestro, Maria coll’anima piena di Lorenzo, Maria fieramente addolorata di non aver sue novelle, Maria tribolata da quella orribile clausura, e vicina