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Così turbata entrò in chiesa; fece sbadatamente il segno della croce, e andò, portata dalla consuetudine, ad inginocchiarsi sulla sua panca. Ogni versetto de’ suoi paternostri era un pensiero a quel tale; ogni periodo delle sue avemmarie una dimanda a sè stessa. Di tratto in tratto, colla coda dell’occhio, or da un lato, or dall’altro, andava investigando le navate; degli uomini che stavano, rari nantes, nella chiesa, a quell’ora, nessuno era lui. Ma ecco, mentre la signora Marianna era per lasciarsi sfuggire in un sospiro l’ultimo fil di speranza, le venne veduta la nuca brizzolata di un tale che stava genuflesso nella panca dinanzi alla sua. Santa Zita benedetta! Sarebbe egli, per avventura? Il soprabito nero lo aveva; il cappello di feltro, diligentemente spazzolato, gli riposava al fianco. Ma ci sono tanti soprabiti e tanti cappelli consimili, in questa valle di lagrime!

I lettori indovinano che la signora Marianna, accolto il sospetto in cuor suo, non lasciò più degli occhi il suo divoto vicino. Questi, poco stante, come uomo che abbia finita la sua orazione, sollevò un tratto la testa dalla sponda dell’inginocchiatoio, e alla signora Marianna parve riconoscere il portamento del suo corteggiatore modesto. Ma il volto, il volto, bisognava vedere; e qui la beghinella stette spiando, come il micio al buco, donde egli spera che abbia a saltar fuori il topolino. Finalmente, come a Dio piacque, e a santa Zita, protettrice delle fantesche, il divoto si tolse da quella disagiata postura, per sedersi sulla panca; e nel gesto che fece per sincerarsi che non avrebbe ridotto il cappello ad una stiacciata, il suo profilo si offerse all’avido sguardo della zitellona cascante. Noi non potremmo giurarlo, ma quasi vorremmo scommettere che in quel punto la signora Marianna intuonò mentalmente il magnificat.

Lo sconosciuto adoratore non si volse neppure a guardarla. Tutto assorto nelle sue divote meditazioni, rimase un tratto seduto; poi cadde ginocchioni da capo, e stette a fronte china, in atto di fervorosa preghiera, fino all’Ite missa est; ascoltò religiosamente la lettura degli ultimi evangelii; quindi si alzò, raccolse il fazzoletto di seta che gli aveva custodito le ginocchia dalle polverose impronte della predellina, fece la sua brava riverenza in mezzo alla navata, e via. Diede egli un’occhiata alla signora Marianna, nel passar rasente alla panca? Non si potrebbe giurarlo; certo, se la diede, fu al lembo della sua veste, e non giunse all’altezza della cintura.

Che anima divota! disse tra sè la governante di Bona-