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fatto di ghermire al varco moltissimi giovanotti, e poscia fucili, polvere, con altri arnesi di guerra.

Niente era più possibile. La rivolta era soffocata sul nascere; le sue membra divise avrebbero tentato invano di ricongiungersi. Il disegno del comandante del presidio (se pure può dirsi che un vero disegno ci fosse) infelicissimo, laddove il popolo avesse potuto ingaggiar la battaglia, riusciva ottimo a dividere le forze, a togliere l’unità di comando, a sbigottire i centri particolari della rivolta.

E ogni cosa ebbe fine. Gli uomini raccolti per menar le mani, abbandonarono i luoghi di ritrovo, e ognuno cercò di provvedere a se stesso. L’illustre agitatore, che, nel segreto di un quartierino presso la Nunziata, stava attendendo (argomentate con quale ardore febbrile) che la gente incominciasse, ebbe in quella vece il triste annunzio che tutto volgeva alla peggio. Sperò un tratto, ma invano, che le cose potessero ancora mutarsi; ma poco stante egli medesimo era costretto ad uscire dal suo nascondiglio, che poteva essere, che già forse era scoperto. E ne uscì infatti, con quella temerità tutta sua, che gli aveva già tante volte giovato nella sua vita fortunosa, andando a riparare oltre l’Acquasola, accanto al teatro Diurno, nella casa ospitale di un gentiluomo suo concittadino; dove i carabinieri andarono inutilmente due volte a cercarlo, due volte ponendo le mani sopra un letto tra le cui materasse egli era stato allogato; due volte rimovendo un monte di biancheria allora allora insaldata, mentre una giovine donna, impavida e sorridente (benedette Inglesine, non ci siete che voi per uscirne con tanta bravura), seguitava col suo ferro a stirare.

I casi del 29 giugno del 1857 misero in chiaro un doppio errore, della rivoluzione e del governo ad un tempo; della rivoluzione, che lasciò fuggirsi il quarto d’ora della vittoria, aspettando un segnale, e si vide in rotta senza pure aver combattuto; del governo, che fu còlto all’impensata, non ebbe vera notizia del tentativo se non tardi, ed anche questa manchevole.

Si disse dai lodatori ad ogni costo che l’autorità sapeva tutto, ma che non volle sgominare i disegni dei rivoltosi, poichè mirava a coglierli tutti quanti in una retata. Ciò non è punto da credersi, perchè la retata non diede alcun frutto. Altri (e furono di parte clericale, che allora osteggiava il governo piemontese, come quegli che non voleva essere nè carne nè pesce, nè soffocare ogni germe di rivoluzione a pro’ degli altri governi italiani, nè gittarsi alle imprese più