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pallida luce della sera, avrebbe fatto il segno della croce ed affrettato il passo per la via solitaria, come nei pressi d’un camposanto, o d’una casupola diroccata, asilo di folletti e di streghe.

L’Assereto andava qualche volta a vederlo, in que’ ritagli di tempo che gli erano lasciati dalle cure della settimana. Anche il Giuliani era stato un giorno alla Montalda, per udire da Lorenzo alcuni particolari intorno al segreto dei natali di Maria, e raccontargli quel che sapeva, e quel che aveva in mente di fare. Ma le notizie che potessero ridonar la vita al solitario erano scarse. Dopo la scoperta dei Templarii non c’era più stato nulla di nuovo, salvo che la fanciulla, come il Giuliani aveva argomentato, era chiusa in un monastero. E questo aveva risaputo Aloise, per un discorso fatto a caso dalla marchesa Ginevra, la quale, come si è detto, aveva una zia a San Silvestro, e andava di tanto in tanto a visitarla. Ma egli non aveva potuto dicevolmente insistere colle domande, nè chiederle il suo patrocinio e la sua intromissione in quel negozio; gli bastava aver saputa la cosa, e la riferiva agli amici.

Un pensiero era balenato alla mente del Giuliani; presentarsi alla dama del carteggio; entrarle della giovinetta rapita; parlare al suo cuore, e la mercè di quella alleanza finir la guerra d’un tratto. Ma il disegno era più che ardito, temerario. Come lo avrebbe accolto la vedova marchesa di Priamar? Dato il caso che, con un pretesto difficile a trovarsi, egli avesse potuto giungere fino a lei, come avrebbe potuto entrare in materia senza farla arrossire, e senza farsi mettere alla porta? Offendeva una donna; non raggiungeva l’intento; lasciava argomentare che il segreto era scoperto, e ciò poteva tornare a maggior danno per la sventurata fanciulla. Il concetto era gramo, e bisognò rinunziarvi.

Ma l’ardito Giuliani non volle darsi per vinto. Egli ne pensò un’altra più strana a gran pezza, che fe’ crollar mestamente il capo a Lorenzo. Pareva impossibile, e forse era; comunque fosse, conduceva per le lunghe; ma ci aveva questo di buono, che era l’unica, e non guastava nessun altro disegno migliore che si potesse immaginare in processo di tempo. Con questo spediente, disse il Giuliani, mettiamo un piede nella piazza. Le sacre carte c’insegnano di quanto aiuto tornasse alle armi di Giosuè che Raab dimorasse di costa alle mura di Gerico.

Intanto, due mesi trascorsero. Erano già tre, dopo il 29 di giugno, e non c’era nulla di fatto. Aloise era andato a Parigi,