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nomi diversi ad ogni suo gomito, da via Balbi fino a piazza San Domenico, e di là fino alle porte della Pila.

Giunti all’aperto, il Pietrasanta cominciò uno dei soliti discorsi bizzarri, ai quali Aloise stava attento, secondo l’umore, e rispondeva o non rispondeva, secondo la voglia.

Il discorso importante, quello al quale Aloise di Montalto aveva a stare più attento che mai, cominciò dopo il paese di Quarto, allorquando al girare di una piccola lingua di terra che s’inoltra sul mare, videro un palazzo di campagna, di forme magnifiche e di stile severo, murato sul pendio di un colle, poco lontano dalla strada maestra.

— Ecco là; — disse il Pietrasanta, accennando del dito, — quella è la dimora estiva del tiranno di Quinto.

— È davvero un bel luogo di villeggiatura! — rispose Aloise.

— Che te ne pare, Aloise? — esclamò l’altro. — Oggi siamo proprio perseguitati dai Torre Vivaldi.

— Oh bella! Se veniamo noi stessi a passare dinanzi a casa loro!...

— Orbene! La montagna che si muove verso Maometto; Maometto che si muove verso la montagna; il miracolo non è sempre lo stesso? Vuoi che andiamo a vederla, questa villa Vivaldi?

— E a Nervi? — chiese Aloise, così pro forma.

— A Nervi ci andremo poi per riposare i muscoli. E poi, che cosa c’importa di vedere, colà? Abbiamo detto a Nervi, come avremmo detto al Giappone, per fare una passeggiata, e siamo padroni di mutare l’itinerario. E poi, sentimi, due passi a piedi ti faranno anche bene.

— Sei tu mai stato alla villa Vivaldi?

— Io no; ma che importa? Ci aprirà il giardiniere.

— Andiamo dunque.

— Andiamo. Ehi, cocchiere! — gridò il Pietrasanta. — Lasciate la strada maestra e prendete quell’altra a sinistra. Vogliamo andare alla villa Vivaldi, là da quel cancello verde che vedete. —

Il cocchiere obbedì e la carrozza fu in breve davanti al cancello di ferro fuso, sormontato da uno stemma partito di rosso e d’argento, col capo d’oro all’aquila nascente di nero, coronata e rostrata d’oro.

Due forti scampanellate chiamarono il giardiniere, il quale, veduti i due signori, e indovinandoli d’alto bordo, si affrettò ad aprire, e a riceverli col cappello in mano, dinanzi allo smontatoio della carrozza.