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ella voglia ristringersi in un più modesto quartiere, egli potrà anche farle vendere una parte delle masserizie. Tutto ciò, aggiunto a’ suoi guadagni, le assicurerà un anno di vita non al tutto disagiata. Ma chi la custodirà. Dio santo? chi le terrà luogo di fratello, di madre? L’Assereto è un cuor d’oro, e veglierà certo a’ suoi bisogni; ma altro non potrebbe fare per lei, senza dar esca ai sospetti, alle ciarle assassine del volgo umano. Povera Maria! povera sorella!... Ma via! io non posso abbandonarla, prima di aver letto là dentro. Chi sa? forse in quelle carte è il suo destino, e certamente, dopo aver conosciuto ogni cosa, potrò lasciarle un consiglio che la indirizzi su questa terra, dove si troverà tutta sola. Che ha detto mio padre? Le sue restrizioni intorno a quel segreto domestico, non erano forse derivate dalla tema di recare un pericoloso turbamento nella pace di qualche famiglia? E la turbo io, leggendo? E posso io non leggere, al punto in cui sono, di dover lasciare un addentellato tra la volontà di lui e la sorte di questa povera fanciulla? -

Lorenzo stette forse una mezz’ora1 in queste considerazioni, le quali finalmente ebbero forza di farlo andare verso il cassettone, a cavar fuori dal suo ripostiglio la cassettina d’ebano.

Era una graziosa cassettina, sulla foggia di que’ cofanetti tanto in uso nei secoli scorsi presso le dame, che solevano riporvi i loro preziosi gingilli ed ogni nonnulla che loro piacesse di avere più agevolmente alla mano. Il coperchio, rilevato come un tetto a quattro acque, portava al sommo una maniglia di bronzo dorato, e tutt’intorno bei fregi d’intarsiatura, ai quali ne rispondevano altri sui quattro lati della cassa.

Lorenzo, poi ch’ebbe cavato fuori il cofanetto e messolo in mostra sulla scrivania, andò a cercare in un altro ripostiglio la chiave. Il cuore gli tremò, quando egli ne pose l’ingegno nella toppa; la vista gli si offuscò, quando, levati due giri di serratura, una molla interna fece scattare il coperchio. Egli aveva dinanzi il segreto dei natali di Maria; due vite, a lui sconosciute, spente già forse, si affacciavano da quel vano, mettendo in balìa dell’estraneo gli arcani ventenni di un amor sciagurato.

Sciolto il nodo che legava un primo involtino di carte a sinistra, Lorenzo incominciò a leggere. E qui, un foglietto dopo l’altro, senza alcuna sosta, passarono molte lettere sotto gli occhi di lui.

Due ore di tempo non furono troppe a quella fatica. Noi

  1. Nell’originale "mezzora".