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- Ma sarà freddo, ora; - proseguì la signora Marianna. - E Lei che lo ama caldo....

- Non importa, non importa! - ribattè Bonaventura; e fosse per castigarsi della sua smemoratezza o per farla finita colle considerazioni della governante, mandò giù d’un tratto il caffè, rimettendo tra le mani di lei il vassoio e la chicchera.

La signora Marianna non disse altro; ma recandosi in mano il vassoio, notò la zuccheriera che non era stata neanche scoperchiata; segno che padre Bonaventura aveva trangugiato il suo caffè amaro (egli che lo amava inzuccherato per bene) e non se ne era accorto neppure.

- Quest’oggi è molto astratto; - disse ella tra sè. - Il sant’uomo lavora troppo, e non vuol sentirselo a dire. E sì, ch’egli non è più di primo pelo, e non fo per dire, ci ha tre anni più di me. -

Con questi pensieri, la governante dalle cinquanta primavere uscì dallo studio. Bonaventura frattanto avea ricominciato a passeggiare, a stropicciarsi le mani, a raccoglierle dietro le spalle, a guardar l’orologio. Pari al Cerbero dantesco, egli «non avea membro che tenesse fermo».

Una scampanellata si udì finalmente, dieci minuti più tardi, all’uscio di casa, e Bonaventura tese l’orecchio. La signora Marianna era lenta di soverchio nello andare ad aprire. Benedetta donna, sempre a tu per tu coi paternostri! O non aveva tempo la sera, a mettersi in grazia con Domineddio? Quasi quasi andava egli in persona, a far da portinaio! Ma, lode al cielo, la signora Marianna s’era mossa; si udiva il suo passo da sergente invalido nella sala d’entrata. A Dio piacendo, ella giungeva all’uscio; lo schiudeva un tantino per vedere chi fosse di fuori; finalmente, raffidata dalla sua ispezione, faceva uscir la catena dal gancio, e un passo mascolino suonava sul pavimento. Pochi secondi dopo, la signora Marianna apriva l’uscio dello studio, e si tirava da un lato, per lasciar entrare il nuovo venuto.

- Alla perfine! - non potè trattenersi dal dire Bonaventura, quando ebbe visto dinanzi a sè la faccia scialba del Bello.

Era per l’appunto il Bello, che padre Bonaventura aspettava; il Bello, che quel giorno mal rispondeva al suo nomignolo; colla zazzera bionda, ma un po’ scarmigliata; le guance rosee come le mele cotogne, ma come cotogne avvizzite. La cascaggine delle membra, gli occhi rossi, cerchiati di giallo e male avvezzi ancora alla luce, dicevano chiaro