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- Oh, signor marchese.... - disse il giovine, còlto così alla sprovveduta.

- Che marchese! Qui siamo in due, di questa fatta. Chiamatemi pel mio nome, come io faccio con voi. E ora ditemi un po’, come va che non vi vedo al fianco di qualche bella signora?

- Signor Antoniotto, - rispose il giovane, sorridendo dolcemente, - è cosa facile ad intendersi. Io non sono un gran ballerino, e poi, vivendomene quasi sempre solo, non ho molta dimestichezza con tutte queste graziose dame.

- E state qui meditabondo. Aloise, Aloise, voi covate qualche alto disegno nel profondo dell’anima.

- Io?...

- Sì, voi; ma non ve ne faccio un delitto; - proseguì con voce quasi melata il Torre Vivaldi, in quella che metteva dimesticamente il suo braccio sotto quello di Aloise, e lo tirava fuori dalla strombatura della finestra per condurlo in giro nelle altre sale. - Voi non siete come tutti gli altri della vostra età; io già me n’ero avveduto da un pezzo. Voi avete capito che la vita di un uomo pari vostro ha uno scopo più grave di quello che non si pensi dalla comune dei nostri giovanotti, e ve ne lodo. Ma di ciò parleremo a lungo, perchè avete da essere amico mio, non è vero?

- Signor Antoniotto....

- Bene, bene siamo intesi. Frattanto bisogna che facciate qualche cosa, che danziate, e vi mettiate a conversare con qualcheduna delle nostre signore. Voi saprete meglio di me che le donne non sono disposte a patire l’autorità degli uomini, se questi in alcune cose non si adattano alle loro frivolezze. Volete che vi presenti alla Torralba, che è là seduta?



XXVII.

Come la bella Ginevra non avesse ad essere molto contenta dei fatti di Aloise di Montalto

Aloise avrebbe voluto ringraziare il marchese Antoniotto della sue cortese profferta, e rispondergli destramente come non gli andasse punto a’ versi essere presentato alla marchesa Torralba. Ma non era più tempo. Il marchese Antoniotto, senza aspettare la sua risposta, lo aveva già condotto