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- E che cosa, direbbe la signora contessa, se io lasciassi entrar Lei, mentre essa sta per vestirsi?

- Avete ragione, ed io sono un pazzo. Buona Cecchina, andate dalla vostra signora, - ripigliò il giovine con voce più tranquilla, ma con evidente fermezza di propositi, - andate, e ditele che non mi muovo di qui. Se ella non vuole per nessun conto che io la veda, è segno che in quella camera c’è qualcheduno. Andate, aspetto la risposta. -

Non c’era più nulla da opporre a quelle parole; e Cecchina, chinando il capo, rientrò nelle stanze della signora.

Frattanto Lorenzo si pose a passeggiare, poco cortesemente invero, ma molto umanamente, su e giù pel salotto della contessa. In quel momento egli aveva la mente ad altri pensieri che a quello delle buone creanze. Anche la sua sfuriata innanzi alla cameriera troverà scusa, speriamo, presso le signore, se porranno mente che la cameriera sapeva ogni cosa per filo e per segno, e che Lorenzo era fuori di sè.

- Donne! donne! - diceva egli, ripetendo le eterne considerazioni di tutti gli uomini scottati dall’amore. - Ben disse Francesco Primo: Donna non tien mai fede, e matto è chi ci crede. Esse non hanno gradazioni nei loro affetti. Là miti ed austere come la mia buona sorella Maria; qui vanitose e volubili come Matilde. Ed io l’ho amata, costei! E l’amo ancora, questa donna che si getta nelle braccia di quell’avventuriero del conte Alerami, che ama e disama ad un tempo, che ha il cuore.... Dove lo ha, il cuore? Oh, perchè mi sono lasciato prendere il mio da costei? E quell’altro bellimbusto che mi si mette tra’ piedi, e ci ha ancora l’aria di proteggermi!... Già, un omaccione pari suo, che ha girato mezzo mondo, che è stato come pane e cacio coi sovrani, che ha già freddato i suoi quattro uomini coll’aggiustatezza de’ suoi colpi.... Che diamine, aver paura di me? Certo, egli ha da essere molto addentro nelle grazie della signora, per assumere quel piglio da barba Giove! E’ vogliono farmi andare fuori dei gangheri, costoro! Il conte Alerami non accetterà la disfida.... La sua perizia conosciuta.... e da chi? e poi la generosa sollecitudine pel buon nome della contessa.... il timore di farla correre su tutte le bocche, gli daranno ragioni da vendere. E sarò io il tristo, l’ingrato; io il nemico di Matilde; egli il grand’uomo, il suo salvatore. A te Lorenzo! A te, cialtrone! In questo modo tu sarai messo di punto in bianco fuori dell’uscio. -

Il giovine Salvani ragionava dirittamente. Non era quella